16deg

"Facciamoci una passeggiata"
Guardavo il riflesso di Marine tra le gocce di pioggia sulla finestra, che scivolavano sul suo viso illuminato dalla luce dello schermo, troppo intenta a scavare in chissà quali segreti.
"Ma piove.."
"Ha smesso"
".. e fa freddo"
"Fresco... ma a te piace, no?"
"Scherzi?"
Alza lo sguardo incredulo, i soliti occhi scuri resi più grandi da un paio di neri occhiali supponenti. Mi chiedo se tutti i suoi colleghi indossino gli stessi.
"Caldo. Spiaggia. Andiamo talmente poco al mare che ormai ti sei dimenticato che sono l'opposto di te, su questo. E poi è chiaro da come sei vestito che stai andando a correre."
Abbasso lo sguardo ed è vero, indosso la mia maglietta da corsa preferita, pantaloncini neri, un paio di scarpe con la scritta "Tokyo" impressa ai lati. Sento la fiaschetta piena d'acqua gonfiare una delle tasche.
"Che stai facendo di così importante?"
"Lavoro"
"Okay"
Mi guarda mentre mi muovo verso la porta, scuote leggermente la testa e sorride. Con la mano sul pomello, mi giro, e la luce blu l'ha nuovamente inghiottita. Esco.

Il temporale era passato. Quando il fresco tornava, mi fiondavo subito fuori a respirare quell'aria del Nord che ogni tanto faceva capolino in mezzo all'ardore dell'estate. Il mondo dei romboidi era fatto di cattolicesimo, macchine con ancora addosso la puzza di nuovo, anonimi bar della domenica e giacche piumino. Passo per il centro e non incontro nessuno, ma un portone sputa fuori suoni di messa e c'é gente dentro, che canta. O è solo una registrazione ripetuta all'infinito? Ci sono escrementi non raccolti ovunque, di cane, di gatto, merda umana ai lati della strada, fuori e dentro una sede di partito, in mezzo al cantiere fermo da mesi, sotto la porta del campo da calcio e sugli spalti. Ma almeno gira un po' d'aria, aria che viene giù dalle valli, portando fresco e spazzando via i pensieri roventi, le ribollenti strade provinciali, le note stonate di un negozio di moda. Supero un paio di poveri cristi a cavallo, e sento le bestie ragionare tra di loro: "Perché quello se ne sta sulle sue due gambe mentre noi dobbiamo portarci questi escrementi in groppa? Ok, ok...". E sbuffano rassegnati, sognando ancora di essere selvaggi nelle steppe e di non dover portare grassi umani in guerra.